Voglio assolutamente condividere questa mia esperienza!
Premetto che io adoro il profumo delle resine, in particolare della mirra. Trovo che il suo aroma caldo, ambrato con note amare abbia un non so che di misterioso e affascinante.
Avevo a disposizione un po' di resina di mirra grezza e mi sono detta "Perchè non provare ad estrarre il resinoide in modo casalingo? Male che vada viene una schifezza e butto via tutto"... invece ho ottenuto questo bellissimo estratto viscoso, quasi plastico, dall'aroma intenso.
Ho usato come solvente del normale alcol buongusto a 95°.
Ecco il procedimento che ho seguito:
Ho preso 30 g di resina di mirra e l'ho coperta completamente di alcol. L'ho lasciata a macerare per 21 giorni in un contenitore ben chiuso, in un luogo fresco e buio, agitando di tanto in tanto.
Successivamente ho filtrato il composto, l'ho posto in un contenitore aperto e l'ho tenuto sempre in un luogo fresco, in modo che l'alcol evaporasse lentamente. Sono state necessarie parecchie ore.
Ad evaporazione quasi completa, ho trasferito il tutto nel suo contenitore definitivo al riparo dalla luce. Attenzione: per fare quest'operazione è necessario che ci sia ancora un po' di alcol perchè, ad evaporazione completa del solvente, l'estratto diventa molto viscoso (tipo l'assoluta di ladano) e farlo colare in un contenitore diventa un'impresa impossibile.
Nei giorni seguenti l'alcol è evaporato del tutto e l'estratto ha assunto la sua consistenza definitiva.
Da 30 g di resina grezza ho estratto poco meno di 3 ml di resinoide.
Il resinoide di mirra è solubile in ALCOL.
Sono davvero soddisfatta del risultato!
Si potrebbe obiettare che questo metodo casalingo non sia efficace come l'estrazione industriale con evaporazione sotto vuoto, ma a me va benissimo così. Ho inserito più volte questo estratto nella formulazione dei miei profumi e non ha mai deluso le mie aspettative.
Lo consiglio a tutti gli aspiranti profumieri casalinghi!
giovedì 26 febbraio 2015
giovedì 19 febbraio 2015
Estratti vegetali: Tintura Madre e Tintura Officinale
Oggi parlo di tinture per chi, come me, ama coltivare le piante officinali e produrre i propri estratti cosmetici. Io, ad esempio, non posso più fare a meno della tintura madre di calendula!
Sarà un post piuttosto lungo, quindi passo subito alle questioni pratiche.
Le tinture sono preparati erboristici che utilizzano la macerazione come metodo estrattivo. Si tratta di una digestione mediante solvente idroalcolico senza che venga fornito calore durante il processo, in modo che il solvente trasporti i metaboliti all'esterno delle cellule per diffusione.
Il materiale vegetale utilizzato viene definito "droga", un prodotto naturale complesso contenente diversi principi attivi derivati dal metabolismo della pianta stessa (metaboliti primari o secondari).
Una cosa molto importante: prima di procedere con qualsiasi metodo di estrazione, consiglio di consultare l’analisi fitochimica della pianta che vogliamo utilizzare e di informarsi sui metaboliti in essa contenuti e sulle loro funzioni. Molte piante non possono essere utilizzate nella loro totalità dal momento che in alcune delle loro parti sono presenti sostanze tossiche (es. le foglie del rabarbaro sono tossiche, mentre non lo sono gambi e rizomi; le parti aeree della patata sono tossiche, mentre non lo è il tubero).
TINTURE MADRI: si ottengono dalla macerazione della droga FRESCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:5 (20 g di droga per 100 g di solvente). Soltanto in casi particolari si utilizza un rapporto droga/solvente pari a 1:10 (peperoncino, digitale, lobelia, mirra, oppio, zafferano).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo di che il macerato deve essere filtrato una prima volta, poi va lasciato a riposare per qualche giorno affinchè gli ultimi residui vegetali si depositino, e filtrato una seconda volta.
Per via della quantità di acqua contenuta nel materiale vegetale fresco, è necessario aumentare la gradazione del solvente di approssimativamente 5°.
Le proporzioni di acqua rispetto al materiale vegetale possono essere generalizzate così:
Parti aeree: 70-85% di acqua circa.
Fonti:
Arcadia - Il mondo delle Erbe Officinali
Wikipedia
www.infoerbe.org
www.erbeofficinali.org
Sarà un post piuttosto lungo, quindi passo subito alle questioni pratiche.
Le tinture sono preparati erboristici che utilizzano la macerazione come metodo estrattivo. Si tratta di una digestione mediante solvente idroalcolico senza che venga fornito calore durante il processo, in modo che il solvente trasporti i metaboliti all'esterno delle cellule per diffusione.
Il materiale vegetale utilizzato viene definito "droga", un prodotto naturale complesso contenente diversi principi attivi derivati dal metabolismo della pianta stessa (metaboliti primari o secondari).
Una cosa molto importante: prima di procedere con qualsiasi metodo di estrazione, consiglio di consultare l’analisi fitochimica della pianta che vogliamo utilizzare e di informarsi sui metaboliti in essa contenuti e sulle loro funzioni. Molte piante non possono essere utilizzate nella loro totalità dal momento che in alcune delle loro parti sono presenti sostanze tossiche (es. le foglie del rabarbaro sono tossiche, mentre non lo sono gambi e rizomi; le parti aeree della patata sono tossiche, mentre non lo è il tubero).
Inoltre, a
seconda della concentrazione di alcol nel solvente, si potranno estrarre in via
preferenziale determinati tipi di composti.
NOTA PRELIMINARE SULL’ESSICCAZIONE:
NOTA PRELIMINARE SULL’ESSICCAZIONE:
Molti
consigliano di essiccare sempre il materiale vegetale di partenza (all’aria
per parecchie ore/giorni oppure in forno a 55°C per 1 o 2 ore). In questo
modo si blocca l’azione di molte reazioni enzimatiche che possono portare al
deperimento del materiale.
In linea di
massima mi sento di condividere questo ragionamento quando si hanno a
disposizione macchinari professionali. L’essiccazione casalinga,
secondo me, può andare bene quando si devono estrarre principi non
termolabili e abbastanza stabili, oppure quando non c'è la
possibilità di procedere entro breve tempo con l’estrazione.
L’esposizione
al calore e all’aria deteriora molti principi attivi.
TINTURE OFFICINALI: si ottengono dalla macerazione della droga SECCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:10 (10 g di droga per 100 g di solvente).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo 21 giorni il macerato deve essere filtrato.
TINTURE OFFICINALI: si ottengono dalla macerazione della droga SECCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:10 (10 g di droga per 100 g di solvente).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo 21 giorni il macerato deve essere filtrato.
TINTURE MADRI: si ottengono dalla macerazione della droga FRESCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:5 (20 g di droga per 100 g di solvente). Soltanto in casi particolari si utilizza un rapporto droga/solvente pari a 1:10 (peperoncino, digitale, lobelia, mirra, oppio, zafferano).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo di che il macerato deve essere filtrato una prima volta, poi va lasciato a riposare per qualche giorno affinchè gli ultimi residui vegetali si depositino, e filtrato una seconda volta.
Per via della quantità di acqua contenuta nel materiale vegetale fresco, è necessario aumentare la gradazione del solvente di approssimativamente 5°.
Le proporzioni di acqua rispetto al materiale vegetale possono essere generalizzate così:
Parti aeree: 70-85% di acqua circa.
Gemme e
cortecce: 50-60% di acqua circa.
Rami, radici
e bulbi: 60-75% di acqua circa.
Se si vuole
calcolare il contenuto reale di acqua, occorre pesare
una piccola quantità di droga fresca, essiccarla al forno e pesarla di nuovo. La differenza
di peso corrisponde alla quantità di acqua persa. In base a questo dato, si può ricavare la gradazione idonea del solvente.
SOLUBILITA’ DEI METABOLITI SECONDO CONCENTRAZIONE ALCOLICA
- la tintura deve essere posta in un contenitore di vetro scuro ben chiuso, al riparo dal calore e dalla luce. Si conserva per molti mesi.
SOLUBILITA’ DEI METABOLITI SECONDO CONCENTRAZIONE ALCOLICA
90° : oli
essenziali, canfora
80° :
resine, eucalipto
70° :
alcaloidi
60° : tutti
i costituenti non citati, tra i quali anche la maggior parte delle saponine.
60° - 50° :
cumarine, flavonoidi
40° - 30° :
tannini
20° : alcune saponine idrosolubili e i principi amari dalle proprietà eupeptiche e stomachiche (concentrazioni
alcoliche superiori interferiscono con l’attività della pepsina).
SOLUBILITA’
PER SOLVENTE dei metaboliti estraibili mediante tintura
RESINE:
solubili in alcol, poco nei grassi. Insolubili in acqua.
ALCALOIDI: molto
solubili in alcol e poco in acqua. Acidificare il solvente ne aiuta
l’estrazione.
OLI
ESSENZIALI: solubili in alcol e nei grassi, molto poco solubili in acqua e in glicerina.
GLICOSIDI: solubili in alcol e in acqua.
TANNINI:
solubili in acqua e in glicerina.
- le MUCILLAGINI (es. malva, altea, lino...) sono idrosolubili, termolabili e difficilmente conservabili. Si sconsiglia di estrarle mediante tintura, il metodo migliore è la macerazione in acqua fredda.
PRINCIPALI COMPOSTI
TERMOLABILI estraibili mediante tintura
OLI ESSENZIALI
VITAMINE IDROSOLUBILI ad esempio: acido ascorbico (vitamina C)
GLICOSIDI ad esempio: saponine, tannini, flavonoidi
VITAMINE IDROSOLUBILI ad esempio: acido ascorbico (vitamina C)
GLICOSIDI ad esempio: saponine, tannini, flavonoidi
Fonti:
Arcadia - Il mondo delle Erbe Officinali
Wikipedia
www.infoerbe.org
www.erbeofficinali.org
venerdì 13 febbraio 2015
Nicotinamide - Gel antiage
Recentemente mi sono imbattuta in quest'ingrediente molto interessante: la nicotinamide o niacinamide.
Ho prodotto un bel gel al 4% per trattare la pelle matura, ovviamente osservando le opportune precauzioni d'uso per questo attivo cosmetico.
Questo gel è ottimo da stendere sulla pelle prima dell'applicazione della crema idratante. Secondo la mia esperienza, gli effetti si vedono dopo un paio di settimane di applicazione e la pelle appare davvero più luminosa e distesa.
Ecco gli ingredienti (le proporzioni sono in peso):
- 85,4% ACQUA
- 5% GLICERINA
- 4% NICOTINAMIDE
- 3% ALCOL BUONGUSTO
- 1% PANTENOLO
- 0,8% GOMMA XANTANA
- 0,6% COSGARD
- 0,2% olio essenziale di LAVANDA
Ricetta:
Mettere l'acqua in un contenitore, conservandone da parte una quantità sufficiente a sciogliere la nicotinamide. Disperdere la gomma xantana nella glicerina per evitare i grumi e aggiungere la porzione più consistente d'acqua (fatta scaldare: usando dell'acqua calda la xantana gelifica meglio). Mescolare bene e attendere che si formi un bel gel trasparente.
Far raffreddare il gel appena ottenuto.
A questo punto, far sciogliere la nicotinamide nell'altra porzione d'acqua (quella che era stata messa da parte e non riscaldata) e aggiungerla poco a poco al gel mescolando con cura.
Solubilizzare l'olio essenziale di lavanda nell'alcol buongusto e aggiungerlo al preparato.
Aggiungere anche il pantenolo e il cosgard, sempre mescolando bene il tutto.
Il gel è pronto!
Ed ora un po' di teoria...
Si tratta dell'amide dell'acido nicotinico, una vitamina del gruppo B (precisamente la vitamina B3 o PP) che esercita molti effetti benefici sulla pelle.
Da un punto di vista cellulare, la nicotinamide è coinvolta nella glicolisi e nel ciclo di Krebs sotto forma di cofattori NAD o NADH in grado di trasportare gli elettroni fino alla catena respiratoria mitocondriale.
Con l'avanzare dell'età, la concentrazione di nicotinamide nelle cellule del derma diminuisce e l'effetto è una ridotta produzione di collagene da parte dei fibroblasti. Sembra che la nicotinamide possa stimolare le cellule a produrre collagene.
L'applicazione topica della nicotinamide normalizza la produzione delle ceramidi e l'allineamento di filaggrina e involucrina, proteine che interagiscono con la cheratina, il principale costituente dello strato corneo.
Da qui le proprietà idratanti, riequilibranti e anti-aging.
Inoltre studi clinici dimostrano l'azione inibitrice della nicotinamide sulla migrazione dei melanosomi (organelli cellulari che sintetizzano la melanina) all'interno dei cheratinociti. Questo si tradurrebbe in un'azione schiarente sulla pelle iperpigmentata.
La nicotinamide è idrosolubile e la dose consigliata come attivo lenitivo-idratante è il 2%. Non superare il 4%.
La nicotinamide al 5% esercita un'azione schiarente e leggermente esfoliante.
Il prodotto finito deve avere un ph compresto tra 5 e 7 per evitare la degradazione in acido nicotinico (irritante).
La nicotinamide è termostabile.
Fare sempre un "test dell'interno del gomito" sul prodotto finito per verificare che non causi irritazioni o allergie
Attenzione: la nicotinamide è classificata come un para-farmaco, usare con cautela.
Fonti:
wikipedia
www.fitocose.it
naturaebellezza.forumfree.it
venerdì 6 febbraio 2015
Pigmento color carne
Dopo vari tentativi usciti più o meno bene (diciamo la verità, ho fatto un sacco di schifezze!), ho trovato la giusta alchimia di pigmenti per ottenere questa base multiuso.
Ho spignattato dei fondotinta che andavano dall'arancione al grigio cadaverico... davvero imbarazzanti!
Alla fine sono riuscita ad ottenere un mix che può essere utilizzato a piacimento per colorare fondotinta, correttori, ciprie e creme.
Si tratta di un pigmento puro, che va inserito nei vari prodotti tenendo conto del colore dell'incarnato: può essere schiarito (per esempio con l'ossido di zinco) o scurito con del pigmento nero (per esempio con della terra nera d'india o ossido nero).
Io utilizzo per lo più ocre e terre naturali, tuttavia per questa ricetta è necessario aggiungere una puntina di ossido blu ultramarine per ottenere la tonalità giusta... per evitare l'effetto peperone e avere un bel beige naturale!
Secondo me si tratta di un pigmento piuttosto versatile perchè si adatta bene alla mia pelle, che ha un sottotono giallo, e anche alla pelle di mia sorella, che ha un sottotono rosa. Però se si desidera un tonalità più fredda basta aumentare (di poco) la quantità di ossido blu.
Ma bando alle ciance!
Ecco la ricetta (proporzioni in peso) del PIGMENTO COLOR CARNE:
Ricetta: dopo aver pesato le ocre e il pigmento blu ultramarine, pestarli al mortaio per amalgamare bene i colori. Quando il composto diventa uniforme, la base color carne è pronta.
Ho spignattato dei fondotinta che andavano dall'arancione al grigio cadaverico... davvero imbarazzanti!
Alla fine sono riuscita ad ottenere un mix che può essere utilizzato a piacimento per colorare fondotinta, correttori, ciprie e creme.
Si tratta di un pigmento puro, che va inserito nei vari prodotti tenendo conto del colore dell'incarnato: può essere schiarito (per esempio con l'ossido di zinco) o scurito con del pigmento nero (per esempio con della terra nera d'india o ossido nero).
Io utilizzo per lo più ocre e terre naturali, tuttavia per questa ricetta è necessario aggiungere una puntina di ossido blu ultramarine per ottenere la tonalità giusta... per evitare l'effetto peperone e avere un bel beige naturale!
Secondo me si tratta di un pigmento piuttosto versatile perchè si adatta bene alla mia pelle, che ha un sottotono giallo, e anche alla pelle di mia sorella, che ha un sottotono rosa. Però se si desidera un tonalità più fredda basta aumentare (di poco) la quantità di ossido blu.
Ma bando alle ciance!
Ecco la ricetta (proporzioni in peso) del PIGMENTO COLOR CARNE:
- 75% OCRA GIALLA
- 23% OCRA ROSSA
- 2% pigmento BLU ULTRAMARINE
Ricetta: dopo aver pesato le ocre e il pigmento blu ultramarine, pestarli al mortaio per amalgamare bene i colori. Quando il composto diventa uniforme, la base color carne è pronta.
domenica 1 febbraio 2015
E Minitrapano sia!!!!
L'altro giorno il mio emulsionatore mi ha abbandonata...
Avevo comprato uno di quei bellissimi aerolatte per lavorare piccole quantità di prodotto, ma non è durato molto. Ed è il secondo che faccio fuori in poco più di sei mesi.
Siccome avevo assoluto bisogno di un emulsionatore e non potevo uscire a comprarne un altro, ho pensato di chiedere aiuto a mia sorella.
Lei utilizza un sacco di aggeggi per costruire le sue props (fa riproduzioni di armature medievali in spugna e stucco da indossare alle conventions) e ha avuto un'idea semplice e geniale: il minitrapano!
Mi è bastato tagliare la frustina dell'aerolatte e inserirla nel mandrino per avere un comodissimo emulsionatore a velocità regolabile.
In poche parole mi sono appropriata del vetusto-ma-affidabile minitrapano elettrico di mio padre (quello della foto), gli ho dato una sacrosanta ripulita e l'ho riconvertito.
Mi sono trovata talmente bene che, appena possibile, ne comprerò uno per il solo ed esclusivo uso cosmetico. Anche perchè penso che mio padre rivoglia indietro il maltolto!
Dopo quest'esperienza, il multitool/minitrapano è un oggetto che consiglio a tutti gli spignattatori.
Avevo comprato uno di quei bellissimi aerolatte per lavorare piccole quantità di prodotto, ma non è durato molto. Ed è il secondo che faccio fuori in poco più di sei mesi.
Siccome avevo assoluto bisogno di un emulsionatore e non potevo uscire a comprarne un altro, ho pensato di chiedere aiuto a mia sorella.
Lei utilizza un sacco di aggeggi per costruire le sue props (fa riproduzioni di armature medievali in spugna e stucco da indossare alle conventions) e ha avuto un'idea semplice e geniale: il minitrapano!
Mi è bastato tagliare la frustina dell'aerolatte e inserirla nel mandrino per avere un comodissimo emulsionatore a velocità regolabile.
In poche parole mi sono appropriata del vetusto-ma-affidabile minitrapano elettrico di mio padre (quello della foto), gli ho dato una sacrosanta ripulita e l'ho riconvertito.
Mi sono trovata talmente bene che, appena possibile, ne comprerò uno per il solo ed esclusivo uso cosmetico. Anche perchè penso che mio padre rivoglia indietro il maltolto!
Dopo quest'esperienza, il multitool/minitrapano è un oggetto che consiglio a tutti gli spignattatori.
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