giovedì 19 febbraio 2015

Estratti vegetali: Tintura Madre e Tintura Officinale

Oggi parlo di tinture per chi, come me, ama coltivare le piante officinali e produrre i propri estratti cosmetici. Io, ad esempio, non posso più fare a meno della tintura madre di calendula!
Sarà un post piuttosto lungo, quindi passo subito alle questioni pratiche.

Le tinture sono preparati erboristici che utilizzano la macerazione come metodo estrattivo. Si tratta di una digestione mediante solvente idroalcolico senza che venga fornito calore durante il processo, in modo che il solvente trasporti i metaboliti all'esterno delle cellule per diffusione.
Il materiale vegetale utilizzato viene definito "droga", un prodotto naturale complesso contenente diversi principi attivi derivati dal metabolismo della pianta stessa (metaboliti primari o secondari). 

Una cosa molto importante: prima di procedere con qualsiasi metodo di estrazione, consiglio di consultare l’analisi fitochimica della pianta che vogliamo utilizzare e di informarsi sui metaboliti in essa contenuti e sulle loro funzioni. Molte piante non possono essere utilizzate nella loro totalità dal momento che in alcune delle loro parti sono presenti sostanze tossiche (es. le foglie del rabarbaro sono tossiche, mentre non lo sono gambi e rizomi; le parti aeree della patata sono tossiche, mentre non lo è il tubero).
Inoltre, a seconda della concentrazione di alcol nel solvente, si potranno estrarre in via preferenziale determinati tipi di composti. 

NOTA PRELIMINARE SULL’ESSICCAZIONE:
Molti consigliano di essiccare sempre il materiale vegetale di partenza (all’aria per parecchie ore/giorni oppure in forno a 55°C per 1 o 2 ore). In questo modo si blocca l’azione di molte reazioni enzimatiche che possono portare al deperimento del materiale.
In linea di massima mi sento di condividere questo ragionamento quando si hanno a disposizione macchinari professionali. L’essiccazione casalinga, secondo me, può andare bene quando si devono estrarre principi non termolabili e abbastanza stabili, oppure quando non c'è la possibilità di procedere entro breve tempo con l’estrazione.
L’esposizione al calore e all’aria deteriora molti principi attivi. 

TINTURE OFFICINALI: si ottengono dalla macerazione della droga SECCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:10 (10 g di droga per 100 g di solvente).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo 21 giorni il macerato deve essere filtrato.

TINTURE MADRI: si ottengono dalla macerazione della droga FRESCA raccolta nel suo periodo balsamico. Il materiale vegetale deve essere tritato finemente e posto nella soluzione idroalcolica più adatta all’estrazione. Il rapporto droga/solvente è normalmente di 1:5 (20 g di droga per 100 g di solvente). Soltanto in casi particolari si utilizza un rapporto droga/solvente pari a 1:10 (peperoncino, digitale, lobelia, mirra, oppio, zafferano).
Il periodo di macerazione è di 21 giorni. Dopo di che il macerato deve essere filtrato una prima volta, poi va lasciato a riposare per qualche giorno affinchè gli ultimi residui vegetali si depositino, e filtrato una seconda volta.
Per via della quantità di acqua contenuta nel materiale vegetale fresco, è necessario aumentare la gradazione del solvente di approssimativamente .
Le proporzioni di acqua rispetto al materiale vegetale possono essere generalizzate così: 
Parti aeree: 70-85% di acqua circa.
Gemme e cortecce: 50-60% di acqua circa.
Rami, radici e bulbi: 60-75% di acqua circa.
Se si vuole calcolare il contenuto reale di acqua, occorre pesare una piccola quantità di droga fresca, essiccarla al forno e pesarla di nuovo. La differenza di peso corrisponde alla quantità di acqua persa. In base a questo dato, si può ricavare la gradazione idonea del solvente. 
  • la tintura deve essere posta in un contenitore di vetro scuro ben chiuso, al riparo dal calore e dalla luce. Si conserva per molti mesi.

SOLUBILITA’ DEI METABOLITI SECONDO CONCENTRAZIONE ALCOLICA
90° : oli essenziali, canfora
80° : resine, eucalipto
70° : alcaloidi
60° : tutti i costituenti non citati, tra i quali anche la maggior parte delle saponine.
60° - 50° : cumarine, flavonoidi
40° - 30° : tannini
20° :  alcune saponine idrosolubili e i principi amari dalle proprietà eupeptiche e stomachiche (concentrazioni alcoliche superiori interferiscono con l’attività della pepsina).

SOLUBILITA’ PER SOLVENTE dei metaboliti estraibili mediante tintura
RESINE: solubili in alcol, poco nei grassi. Insolubili in acqua.
ALCALOIDI: molto solubili in alcol e poco in acqua. Acidificare il solvente ne aiuta l’estrazione.
OLI ESSENZIALI: solubili in alcol e nei grassi, molto poco solubili in acqua e in glicerina.
GLICOSIDI: solubili in alcol e in acqua.
TANNINI: solubili in acqua e in glicerina.
  • le MUCILLAGINI (es. malva, altea, lino...) sono idrosolubili, termolabili e difficilmente conservabili. Si sconsiglia di estrarle mediante tintura, il metodo migliore è la macerazione in acqua fredda.
PRINCIPALI COMPOSTI TERMOLABILI estraibili mediante tintura 
OLI ESSENZIALI
VITAMINE IDROSOLUBILI ad esempio: acido ascorbico (vitamina C)
GLICOSIDI ad esempio: saponine, tannini, flavonoidi


Fonti:
Arcadia - Il mondo delle Erbe Officinali
Wikipedia
www.infoerbe.org
www.erbeofficinali.org

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