martedì 31 maggio 2016

Tintura Madre di Calendula

Con l'arrivo dell'estate le mie piante di calendula sono esplose e si sono riempite di fiori!
E, come ogni anno, ne approfitto per rinnovare la mia scorta di tinture madri.

Questa volta vi parlo della mia immancabile TM di Calendula.

La TM si distingue dalle altre tinture officinali (TO) per il fatto che l'estratto si ottiene facendo macerare la pianta rigorosamente fresca. Il rapporto droga/solvente è generalmente 2:10.
Di solito la gradazione alcolica è 60°-70°, ma può variare a seconda dei principi che si vogliono estrarre. Occorre anche tenere conto del successivo abbassamento di gradazione dovuto all'acqua contenuta nel materiale vegetale fresco.

Le proprietà cosmetiche della Calendula sono conosciutissime: è nutriente, protettiva, cicatrizzante e antinfiammatoria. 
Di solito per la TM di Calendula utilizzo una concentrazione idroalcolica di 55°, che si abbasserà ulteriormente (le calendule fresche hanno un contenuto d'acqua pari a circa l'85% del loro peso). Questo mi permette di aumentare il contenuto di flavonoidi nella mia TM, affinchè abbia una maggiore attività antinfiammatoria.

PROCEDIMENTO:
1. Ho raccolto i fiori di Calendula e li ho pesati
2. Ho ottenuto 8 grammi di Calendule. Per fare la mia TM ho bisogno di 40 grammi di solvente idroalcolico a 55°.
3. Con la regola della croce di Sant'Andrea ho ricavato la proporzione acqua/alcol etilico. Ho ottenuto la soluzione con la gradazione opportuna e ne ho pesati 40 grammi.
4. Ho messo la soluzione in un contenitore a chiusura ermetica e vi ho immerso le Calendule. Ho lasciato macerare il tutto per 40 giorni (alcuni dicono una lunazione, ma io avevo tempo...).
5. Dopo 40 giorni, ho filtrato la tintura. Ho lasciato che i residui si depositassero sul fondo e ho filtrato una seconda volta.
6. La TM di Calendula è pronta e la sua gradazione alcolica è di circa 50°. Per conservarla al meglio, l'ho riposta in una bottiglietta di vetro scuro. Ho letto che una tintura si può conservare anche per 5 anni, ma io preferisco rinnovarla ogni anno.

Spero di esservi stata utile e alla prossima!

mercoledì 25 maggio 2016

Matricaria Chamomilla o Camomilla Comune

Questa simpatica pianticella cresce spontanea nel mio orto da qualche anno... si tratta di un'infestante, ma io la lascio crescere dove viene perchè ha un effetto protettivo sulle colture. Si tratta di una pianta particolarmente resistente che entra nel novero delle essenze germicide del terreno.

La Camomilla fa parte della famiglia delle Asteraceae, è una pianta annuale a fiorisce da Maggio ad Agosto.
Il suo profumo ricorda quello delle mele e da questo deriva il nome Camomilla, che in greco significa "mela del terreno". Il nome Matricaria, invece, deriva dal fatto che fin dall'antichità si riteneva benefica per la muscolatura uterina.

La Camomilla è particolarmente apprezzata per le sostanze contenute nei suoi capolini, come: azulene, camazulene, acido salicilico e alfa-bisabololo.
Proprio per la presenza di queste sostanze, alla Camomilla vengono attribuite proprietà antinfiammatorie, antispastiche, emmenagoghe e blandamente sedative. 
La Camomilla può essere utilizzata in diversi estratti: infuso, tintura, oleolito e olio essenziale.
L'infuso di Camomilla ha un sapore naturalmente dolce, ma occorre fare una precisazione riguardo all'effetto calmante: 

  • si ritiene che l'infuso sia calmante solo se i capolini vengono lasciati in infusione per meno di 3 minuti, altrimenti l'effetto dell'infuso sarà l'esatto contrario. Ho sperimentato sulla mia pelle che la Camomilla può essere più eccitante del caffè! 

Rappresenta un valido aiuto in cosmesi per i suoi effetti lenitivi ed emollienti. Inoltre il suo infuso può essere utilizzato per attenuare il gonfiore delle occhiaie e per tonificare il cuoio capelluto.
Si ritiene che possa schiarire i capelli castani applicando, ad oltranza, il suo infuso sui capelli e lasciandoli asciugare al sole. 
Per quanto ho potuto sperimentare, rimango un po' scettica sul potere schiarente della Camomilla...

Piccola curiosità: i capolini di Camomilla, in passato, venivano sostituita da un altra essenza più economica: il Tanaceto Partenio o Maresina.
Particolare dei capolini in fioritura
Consiglio di coltivarla perchè è facilissima da mantenere, non ha particolari esigenze (solo luce abbondante) e fa un sacco di fiori profumati e allegri.
Capolini essiccati



Fonti:
Wikipedia

lunedì 16 maggio 2016

HLB - bilancio idrofilo/lipofilo

Con HLB si intende la misura del grado di idrofilia o lipofilia di un tensioattivo/emulsionante. Il metodo per calcolarlo è stato descritto da Griffin nel 1949, successivamente sono stati suggeriti anche altri metodi (Davies, 1957).
Il parametro HLB si determina attraverso il rapporto quantitativo (peso molecolare) tra le porzioni polari (idrofile) e le porzioni apolari (lipofile) della molecola.
L’HLB si misura in una scala da 0 a 20. Il valore HLB = 0 descrive una molecola completamente lipofila, mentre un valore HLB = 20 descrive una molecola completamente idrofila (es. un tensioattivo anionico teoricamente idrofilo al 100%). Tensioattivi/emulsionanti con HLB < 10 tendono ad essere solubili in olio (lipofili), tensioattivi/emulsionanti con HLB > 10 tendono ad essere solubili in acqua (idrofili).
Ogni tensioattivo/emulsionante possiede un preciso valore HLB.

PROPRIETA’ TENSIOATTIVE DI UNA MOLECOLA

HLB tra 0 e 3: agente antischiuma
HLB tra 3 e 6: emulsionante A/O
HLB tra 7 e 9: umettante
HLB tra 8 e 18: emulsionante O/A
HLB tra 13 e 14: detergente
HLB tra 10 e 18: solubilizzante


APPLICAZIONE PRATICA NEGLI EMULSIONANTI
REGOLA DI BANCROFT: l'abbassamento della tensione superficiale di un liquido ne favorisce la frammentazione in gocce. Mescolando due liquidi immiscibili con un tensioattivo, questo riduce in misura minore la tensione superficiale del liquido in cui è più solubile e sarà questo liquido a comportarsi da fase continua/esterna.
Esempio: un emulsionante idrofilo con HLB elevato tende ad abbassare maggiormente la tensione superficiale della fase oleosa, pertanto le micelle d'olio vengono circondate dall'acqua dando un emulsione O/A. Viceversa, un emulsionante lipofilo con HLB basso tende ad abbassare maggiormente la tensione superficiale della fase acquosa, le micelle d’acqua vengono circondate dall’olio dando un emulsione A/O.

* occorre tenere presente anche la quantità di olio/acqua utilizzati poichè il liquido presente in misura maggiore tenderà a formare la fase esterna/continua.

SCELTA DELL'EMULSIONANTE in emulsioni A/O
Per le emulsioni A/O, che richiedono emulsionanti con 3 < HLB < 6, l’attenzione è rivolta alla tipologia di emulsionante (in base alle caratteristiche fisico-chimiche dei lipidi) più che al valore HLB.
SCELTA DELL’EMULSIONANTE in emulsioni O/A
L’HLB trova la sua maggiore applicazione per scegliere la miscela di due emulsionanti più efficiente nel formare un’emulsione O/A stabile. 
Alla fase oleosa viene fatto corrispondere un valore, detto HLBr (r = richiesto), che varia a seconda del tipo di materia prima utilizzata e della sua quantità.

ESEMPIO PRATICO: come ricavare l'HLBr totale per la formulazione. 
Calcolo le percentuali dei singoli componenti della fase oleosa (FASE A) sul totale dei grassi utilizzati. Per ogni componente, moltiplico il valore trovato per l’HLBr corrispondente. Sommo i risultati e divido il totale per 100.

FASE A: olio di ricino 30% (14), olio di girasole 40% (7), olio di oliva 30% (7).





Come ricavare la percentuale dei due tensioattivi da combinare:
Per ottenere un'emulsione stabile, ho bisogno che la miscela di due tensioattivi abbia HLB complessivo corrispondente al valore HLBr totale. Con le seguenti formule, ricavo le dosi (in percentuale) dei due tensioattivi da miscelare.
Limiti del metodo:
Il metodo dell'HLB è un'ottima base di partenza per stabilire la tipologia di tensioattivi da utilizzare. Purtroppo ha qualche limitazione:
  • Non considera gli ingredienti aggiuntivi della fase acquosa (FASE B), che potrebbero avere un certo peso sulla stabilità dell'emulsione.
  • Non dice nulla riguardo della dose di tensioattivo da usare nella formulazione complessiva dell'emulsione (in generale il 2% - 4% è un buon punto di partenza, ma occorre affinare la formulazione).
Conclusione:
L'HLB è un metodo valido per avere un'idea generale di come si comporterà un'emulsione. Tuttavia occorre sempre provare empiricamente la stabilità della nostra emulsione per ottimizzare la formulazione.